Che tristezza vedere come la scuola
riesca a distruggere la conoscenza!
Sì, proprio la scuola, e cioè
quell'ente che dovrebbe preoccuparsi, invece, di divulgare la
conoscenza e farla amare al fine di generare individui istruiti e
consapevoli.
La scuola a qualunque livello è
divenuta ormai solo il mezzo obbligatorio per mezzo del quale
ottenere l'indispensabile “pezzo di carta” con cui poter accedere
al mondo del lavoro ed ambire ad una posizione migliore.
Peccato che la scuola a tutti i
livelli, università compresa, non sappia formare veramente le
persone e non sappia dar loro quello che veramente è necessario.
L'amore per la cultura è ormai
asservito al sistema dei voti, dei crediti, dei debiti, dei programmi
da portare a compimento entro la fine dell'anno a costo di obbligare
gli studenti ad impararsi a memoria centinaia di pagine senza averci
capito un tubo, solo in vista dell'esame, del compito in classe.
Tutto basato spesso sulla quantità e
non sulla qualità.
Mi colgono il disgusto, la tristezza,
quando navigando in rete trovo richieste di studenti ad altri
studenti di riassunti di libri, di appunti, di tesine preconfezionate
e pronte da stampare senza nemmeno leggerne il contenuto.... Ma che
razza di scuola è questa? A cosa serve tutto ciò? Non sarebbe
meglio, a questo punto, che i giovani, i ragazzi, restassero nella
loro ignoranza?
La colpa non è loro, o delle famiglie,
o dell'insegnante specifico. La colpa è di un sistema scolastico
altamente scadente che non ha più nulla di utile da insegnare.
La scuola che non sa più motivare gli
studenti, scuoterli, pungolarli ed appassionarli alla cultura, allo
studio.
I voti sono necessari per valutare un
allievo, certo. E' indispensabile disporre di un sistema di
valutazione che consenta di comprendere chi si impegna e chi no, chi
lavora e chi no, chi ha imparato e chi no, ma a volte ho come la
sensazione che tutto sia divenuto subordinato al sistema di
valutazione: il voto conta più dell'effettivo apprendimento. Che
poi, apprendimento...puro nozionismo, diciamolo pure! Perché quella
che è andata perduta è l'anima degli insegnamenti, l'essenza, il
senso più profondo.
Che importanza ha il riassunto di un
libro se non se n'è capito l'insegnamento? Ma non l'insegnamento
dato dal professore, bensì quello insito nell'opera. Che senso ha
rispondere ad un questionario standard per comprendere se l'alunno ha
letto veramente un romanzo se non ha saputo cogliere le emozioni
dell'autore ed il suo messaggio?
A me fanno rabbia i grandi capolavori
della letteratura strumentalizzati e riadattati ai moderni sistemi di
valutazione scolastici. E' come mettere una bomba in mano ad un
bambino senza spiegargli di cosa possa essere capace, di quale sia la
sua reale potenza e domandargli, molto banalmente, di descriverla.
La letteratura è un'arma, è uno
strumento, è quanto di più utile possieda l'uomo per la sua
sopravvivenza; mille volte più utile di un'automobile quando si deve
compiere un viaggio, di un supermercato aperto fino a tardi quando si
ha il frigo vuoto e niente per cena, più utile del denaro per
comprarsi un'automobile o fare la spesa...su questo qualcuno potrebbe
avere delle riserve. Che cazzo te ne fai della letteratura quando non
hai i soldi per vivere? Vero.
Ma la storia dimostra che l'uomo può
sopravvivere anche nelle peggiori condizioni fisiche e materiali,
nelle carestie, nelle guerre, nelle crisi...provate, però, a
togliergli i sogni, le speranze, i pensieri e lo ucciderete.
“COGITO ERGO SUM” ( Penso dunque
sono ) diceva Cartesio.
Scuola, insegna ai tuoi allievi a
pensare per poter essere e non a castrare la conoscenza e il sapere
nei tuoi inutili voti del cazzo che non servono a salvare l'umanità,
bensì ad intrappolarla nella schiavitù della dannazione eterna che
si chiama ignoranza!