mercoledì 7 dicembre 2011

La scuola dell'ignoranza

Che tristezza vedere come la scuola riesca a distruggere la conoscenza!
Sì, proprio la scuola, e cioè quell'ente che dovrebbe preoccuparsi, invece, di divulgare la conoscenza e farla amare al fine di generare individui istruiti e consapevoli.
La scuola a qualunque livello è divenuta ormai solo il mezzo obbligatorio per mezzo del quale ottenere l'indispensabile “pezzo di carta” con cui poter accedere al mondo del lavoro ed ambire ad una posizione migliore.
Peccato che la scuola a tutti i livelli, università compresa, non sappia formare veramente le persone e non sappia dar loro quello che veramente è necessario.
L'amore per la cultura è ormai asservito al sistema dei voti, dei crediti, dei debiti, dei programmi da portare a compimento entro la fine dell'anno a costo di obbligare gli studenti ad impararsi a memoria centinaia di pagine senza averci capito un tubo, solo in vista dell'esame, del compito in classe.
Tutto basato spesso sulla quantità e non sulla qualità.
Mi colgono il disgusto, la tristezza, quando navigando in rete trovo richieste di studenti ad altri studenti di riassunti di libri, di appunti, di tesine preconfezionate e pronte da stampare senza nemmeno leggerne il contenuto.... Ma che razza di scuola è questa? A cosa serve tutto ciò? Non sarebbe meglio, a questo punto, che i giovani, i ragazzi, restassero nella loro ignoranza?
La colpa non è loro, o delle famiglie, o dell'insegnante specifico. La colpa è di un sistema scolastico altamente scadente che non ha più nulla di utile da insegnare.
La scuola che non sa più motivare gli studenti, scuoterli, pungolarli ed appassionarli alla cultura, allo studio.
I voti sono necessari per valutare un allievo, certo. E' indispensabile disporre di un sistema di valutazione che consenta di comprendere chi si impegna e chi no, chi lavora e chi no, chi ha imparato e chi no, ma a volte ho come la sensazione che tutto sia divenuto subordinato al sistema di valutazione: il voto conta più dell'effettivo apprendimento. Che poi, apprendimento...puro nozionismo, diciamolo pure! Perché quella che è andata perduta è l'anima degli insegnamenti, l'essenza, il senso più profondo.
Che importanza ha il riassunto di un libro se non se n'è capito l'insegnamento? Ma non l'insegnamento dato dal professore, bensì quello insito nell'opera. Che senso ha rispondere ad un questionario standard per comprendere se l'alunno ha letto veramente un romanzo se non ha saputo cogliere le emozioni dell'autore ed il suo messaggio?
A me fanno rabbia i grandi capolavori della letteratura strumentalizzati e riadattati ai moderni sistemi di valutazione scolastici. E' come mettere una bomba in mano ad un bambino senza spiegargli di cosa possa essere capace, di quale sia la sua reale potenza e domandargli, molto banalmente, di descriverla.
La letteratura è un'arma, è uno strumento, è quanto di più utile possieda l'uomo per la sua sopravvivenza; mille volte più utile di un'automobile quando si deve compiere un viaggio, di un supermercato aperto fino a tardi quando si ha il frigo vuoto e niente per cena, più utile del denaro per comprarsi un'automobile o fare la spesa...su questo qualcuno potrebbe avere delle riserve. Che cazzo te ne fai della letteratura quando non hai i soldi per vivere? Vero.
Ma la storia dimostra che l'uomo può sopravvivere anche nelle peggiori condizioni fisiche e materiali, nelle carestie, nelle guerre, nelle crisi...provate, però, a togliergli i sogni, le speranze, i pensieri e lo ucciderete.

“COGITO ERGO SUM” ( Penso dunque sono ) diceva Cartesio.
Scuola, insegna ai tuoi allievi a pensare per poter essere e non a castrare la conoscenza e il sapere nei tuoi inutili voti del cazzo che non servono a salvare l'umanità, bensì ad intrappolarla nella schiavitù della dannazione eterna che si chiama ignoranza!