venerdì 25 marzo 2011

Disobbedienza civile


 
Di fatto, non è dovere di un individuo dedicarsi all'estirpazione del male, anche del più grande; giustamente, egli potrebbe avere altre faccende che lo occupano; ma è suo dovere, almeno, tenersene fuori e, se non vi pensa oltre, non dargli il suo supporto praticamente.”
 
Tutti gli uomini riconoscono il diritto alla rivoluzione, quindi il diritto di rifiutare l'obbedienza, e d'opporre resistenza al governo, quando la sua tirannia o la sua inefficienza siano grandi ed intollerabili.”
 
Coloro che, pur disapprovando il carattere ed i provvedimenti di un governo, gli concedono la propria fedeltà ed il proprio appoggio, ne sono senza alcun dubbio i più coscienziosi sostenitori, e costituiscono molto di frequente i più seri ostacoli alla riforma.”
 
Se l'ingiustizia è parte del necessario attrito della macchina del governo, lasciamo stare, lasciamo stare: forse esso si attenuerà, - certamente la macchina si logorerà. Se l'ingiustizia ha una molla, o una puleggia, o una corda, o una manovella esclusivamente per sé, allora si può forse considerare se il rimedio non sia peggiore del male; ma se è di una natura tale da richiedervi d'essere l'agente dell'ingiustizia nei confronti di un altro, allora, io dico, che s'infranga la legge. Lasciate che la vostra vita faccia da contro-attrito per fermare la macchina. Ciò che devo fare è accertarmi, in ogni caso, che non mi sto prestando al male che condanno.”
 
Una minoranza è senza potere quando si conforma alla maggioranza; non è nemmeno una minoranza in tal caso; ma è irresistibile quando è d'intralcio con tutto il suo peso. Se l'alternativa è tenere tutti gli uomini giusti in prigione, oppure rinunciare alla guerra ed alla schiavitù, lo Stato non avrà esitazioni riguardo a cosa scegliere. Se mille uomini non pagassero quest'anno le tasse, ciò non sarebbe una misura tanto violenta e sanguinaria quanto lo sarebbe pagarle, e permettere allo Stato di commettere violenza e di versare del sangue innocente. Questa è, di fatto, la definizione di una rivoluzione pacifica, se una simile rivoluzione è possibile. Se l'esattore delle tasse, od ogni altro pubblico ufficiale, mi chiede, come uno ha fatto, "Ma cosa devo fare?" la mia risposta è, "Se vuoi davvero fare qualcosa, rassegna le dimissioni". Quando il suddito si è rifiutato di obbedire, e l'ufficiale ha rassegnato le proprie dimissioni dall'incarico, allora la rivoluzione è compiuta.”
H.D. THOREAU, “ Resistenza al governo civile”.
 
 
È questo governo malato, ipocrita, marcio. È questo governo che dice di occuparsi dei nostri interessi, ma si fa solo i propri. Questo governo che se ne fotte della propria Costituzione, della volontà dei cittadini, delle leggi. Questo governo ladro che vive sulle spalle di chi si fa il culo ogni giorno per pochi soldi, con una famiglia da mantenere. Questo governo che ci trascina in una guerra del cazzo spacciandola per l'ennesima missione umanitaria; “ Missione dell'ONU”, quando l'ONU ancora non sapeva niente di quello che stava accadendo.
Questo governo che ci rende la vergogna d'Europa. Questo governo che se ne fotte della salute della gente sostenendo il nucleare, quando tutti ormai lo rifiutano.
Questo governo che non fa funzionare nulla. Questo governo che sarebbe comunque scandaloso, anche se al suo posto ci andasse l'opposizione.
È questo il governo che vogliamo?
Winston Churchill ( o Aristotele, o chi per esso ) diceva che ogni popolo ha il governo che si merita.
Penso sia vero. Non perché un popolo sia tanto indegno da meritare un governo osceno, bensì perché non fa nulla per contraddire ed ostacolare un governo indegno.
Il malcontento non basta. Bisogna boicottare quello che non funziona.
L'opposizione violenta non porta a nulla, se non alla violenza. Ci vuole un contrasto pacifico ma deciso.
Quale interesse possiamo avere nell'assecondare un governo che tradisce i nostri principi e persino i propri? Che interesse possiamo ricavare dall'incoerenza di una classe politica che non si occupa di noi se non a parole? Ma ci serve un governo del genere? Ci lamentiamo, brontoliamo tra di noi, ci incazziamo...ma continuiamo a sostenerlo. Diciamo di no ma lo sovvenzioniamo. Siamo sfiduciati e stanchi, ma andiamo a votare gente che non ci rappresenta. Manifestiamo contro una cosa, ma l'indomani continuiamo ad obbedire alle leggi assurde che ci impongono.
Paghiamo le tasse per vederle finire nelle tasche dei soliti pochi; per sovvenzionare le guerre coloniali ( perché, di fatto, sono guerre coloniali...anche se non esistono più le colonie ), quando invece dovrebbero pagare i molteplici servizi di cui noi cittadini abbisogniamo. E, lo sappiamo tutti che in Italia non funziona un cazzo o quasi. Come mai? Perché mancano i soldi.
Poi non vogliamo parlare di politica, se no ci innervosiamo, ci roviniamo la giornata, ci viene l'ulcera.
Perché dovremmo incazzarci e basta quando possiamo boicottare lo Stato? Quando possiamo dire:” No, grazie. Io non sono d'accordo. Io non do i miei soldi a quattro stronzi che non fanno un cazzo, anziché occuparsi del bene comune, come dovrebbero.”
La nuova invenzione è che i soldi per la cultura li vogliono ricavare aumentando il prezzo della benzina. E io smetto di usare l'auto. Io vado a piedi. Perché cazzo devi aumentare il prezzo di una cosa per fare uscire i soldi per un'altra quando, con tutte le tasse che paghiamo, dovremmo essere uno stato efficientissimo in cui ai cittadini non è negato alcun servizio necessario e la cultura il fiore all'occhiello di un paese che possiede un patrimonio culturale ed artistico immane?
No. Devono aumentare i prezzi di tutto per ricavare i soldi necessari per qualcos'altro; sempre gravando sulle spalle del cittadino, mai toccando i loro stipendi.
Ma che razza di governo è?! Ma io dovrei dare i miei soldi a questi ladri, a questi scrocconi?!
Ma andassero a fare in culo!
Io non voglio che i miei soldi vadano a finanziare le azioni militari. Non voglio che i miei soldi paghino le loro puttane o la loro droga.
Io non pago più le tasse. Io me ne strafotto; come, del resto, loro se ne strafottono di me.
Questo dovremmo fare! Smettere di votare e di pagare le tasse.
La ragione per cui questo non sarebbe concretamente attuabile, sta nel fatto che siamo a tutti gli effetti dipendenti dallo Stato.
Dovremmo trovarci nella condizione di essere autosufficienti, e così poter scegliere se aderire o meno alle iniziative del governo.
Non pagare le tasse è una scelta che potrebbe, di fatto, ripercuotersi su noi stessi...ma è più conveniente pagarle e vederle finire nelle tasche dei ladri o a sovvenzionare cose che rifiutiamo; o non pagarle e permettere che le cose cambino? Dare, quantomeno un input affinché qualcosa si muova.
Dovremmo essere nella condizione di poter dire di no, liberamente. Ma mi rendo perfettamente conto che non lo siamo; siamo schiavi di questo stato e finché ne saremo schiavi non potremo dire di no senza subire delle conseguenze.
A questo punto resterebbe da chiedersi se vale di più essere ligi o liberi.
Io credo che dovremmo imparare a disobbedire un po' di più quando, in sostanza, ci conviene farlo.
Dovremmo imparare a tutelare maggiormente i nostri interessi, perché nessun altro lo farà per noi.
Se non siamo d'accordo, dovremmo agire come chi non è d'accordo.

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